El canto V del Orlando Furioso de Ludovico Ariosto comienza con una invectiva contra una clase de violencia que cualquiera reconocerá inmediatamente. Nos compara con los animales, no porque ellos hagan lo mismo, sino porque no lo hacen: el oso, el león, el lobo o el toro viven pacíficamente con sus compañeras.
Tutti gli altri animai che sono in terra,
O che vivon quieti e stanno in pace,
O se vengono a rissa e si fan guerra,
Alla femina il maschio non la face
O che vivon quieti e stanno in pace,
O se vengono a rissa e si fan guerra,
Alla femina il maschio non la face
En cambio, el hombre... En la tercera estrofa Ariosto es contundente:
Parmi non sol gran mal, ma che l’uom faccia
Contra natura e sia di Dio ribello,
Che s’induce a percuotere la faccia
Di bella donna, o romperle un capello:
Ma chi le dà veneno, o chi le caccia
L’alma del corpo con laccio o coltello,
Ch’uomo sia quel non crederò in eterno,
Ma in vista umana uno spirto de l’inferno.
Contra natura e sia di Dio ribello,
Che s’induce a percuotere la faccia
Di bella donna, o romperle un capello:
Ma chi le dà veneno, o chi le caccia
L’alma del corpo con laccio o coltello,
Ch’uomo sia quel non crederò in eterno,
Ma in vista umana uno spirto de l’inferno.
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